Il verme il frutto
Io sono quello
che sbaglia tutto:
il verme il frutto.
Sbaglio l’amore,
sbaglio le ore
del batticuore.
Sbaglio a salire
sbaglio a discendere.
Sbaglio l’assenza
e la presenza.
Io sono quello
che sbaglia tutto:
sbaglio nel largo
e nello stretto.
Sbaglio a fuggire
sbaglio a stormire.
Sbaglio a morire
dove non sono.
Io sono quello
che sbaglia sempre:
sbaglio nel dare
e anche nel prendere.
Sbaglio a ferire,
sbaglio a guarire.
Sbaglio a star solo
e in compagnia.
Ahi vita mia,
sbaglio follia.
Raffaele Carrieri
Raffaele Carrieri (Taranto, 1905 – Camaiore, 1984) è stato un poeta, scrittore e critico d’arte italiano dalla vita avventurosa e dalla voce lirica inconfondibile. A soli quattordici anni abbandonò la sua città natale per viaggiare nei Balcani, partecipando all’impresa di Fiume con D’Annunzio, dove rimase ferito. Dopo esperienze come marinaio e gabelliere, si stabilì a Parigi nel 1923, entrando in contatto con gli ambienti dell’avanguardia artistica e letteraria.
Nel 1930 si trasferì a Milano, dove iniziò una lunga carriera come critico d’arte per testate come Il Corriere della Sera e Epoca. Parallelamente, sviluppò una produzione poetica intensa e autobiografica, segnata da temi come la solitudine, il viaggio e l’inquietudine esistenziale. Tra le sue opere più note: Il lamento del gabelliere (1945), Il trovatore (1953, Premio Viareggio), Canzoniere amoroso (1958) e Io che sono cicala (1967).
Carrieri fu amico di artisti come Picasso, Campigli e Gentilini, e collaborò con molti di loro in edizioni illustrate delle sue poesie. La sua scrittura, spesso definita “irregolare” e visionaria, ha lasciato un’impronta profonda nella poesia italiana del Novecento