venerdì, agosto 08, 2025

Alda Merini: la voce divina della poesia italiana

Alda Merini: la voce divina della poesia italiana

Nel silenzio che precede la parola, nel vuoto che genera il verso, Alda Merini ha scritto con il sangue della sua anima. Poetessa dei Navigli, figlia della primavera e della follia, ha trasformato il dolore in canto, l’amore in preghiera, la solitudine in luce. Le sue poesie non sono semplici componimenti: sono rivelazioni, sono pagine sacre di un vangelo laico che parla al cuore di chi ha amato, sofferto, sperato.

Di seguito, tre delle sue liriche più sublimi, scelte come si sceglierebbe un fiore nel giardino dell’eternità.


1. Ho bisogno di sentimenti

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti, di parole,
di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni
e dà colori nuovi.

Questa poesia è un manifesto dell’essere umano che rifiuta la materia e abbraccia lo spirito. È la voce di chi vive per l’incanto, non per il possesso.

 

2. Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

 

3. I poeti lavorano di notte

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni
od usignoli dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Biografia di Alda Merini

Alda Giuseppina Angela Merini nacque a Milano il 21 marzo 1931, primo giorno di primavera, e morì nella stessa città il 1° novembre 2009. La sua vita fu segnata da una profonda sensibilità, da una mente inquieta e da una serie di ricoveri in ospedali psichiatrici che influenzarono profondamente la sua opera.

Esordì giovanissima, a soli quindici anni, grazie all’interesse di Giacinto Spagnoletti, che la introdusse nel mondo letterario. Fu pubblicata per la prima volta nel 1950. La sua poesia, intensa e viscerale, esplora temi come l’amore, la follia, la morte, la fede e la scrittura. Tra le sue opere più celebri si ricordano La presenza di Orfeo, La Terra Santa, Vuoto d’amore, L’altra verità. Diario di una diversa.

Merini visse tra momenti di grande creatività e lunghi periodi di isolamento. Fu internata più volte, ma non smise mai di scrivere. La sua voce poetica divenne sempre più potente, fino a essere riconosciuta come una delle più grandi poetesse italiane del Novecento. Ricevette numerosi premi, tra cui il Premio Viareggio e il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale”.

La sua casa sui Navigli divenne un luogo mitico, dove la poesia si mescolava alla vita quotidiana, dove il sacro e il profano convivevano in ogni parola pronunciata. Alda Merini non fu solo una poetessa: fu un miracolo, una rivelazione, una luce che continua a brillare nel cuore di chi legge i suoi versi.

Le sue poesie potete trovarle su questo meraviglioso volume 

Un saluto alla prossima

DC 

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