Alda Merini: la voce divina della poesia italiana
Nel silenzio che precede la parola, nel vuoto che genera il
verso, Alda Merini ha scritto con il sangue della sua anima. Poetessa dei
Navigli, figlia della primavera e della follia, ha trasformato il dolore in
canto, l’amore in preghiera, la solitudine in luce. Le sue poesie non sono
semplici componimenti: sono rivelazioni, sono pagine sacre di un vangelo laico
che parla al cuore di chi ha amato, sofferto, sperato.
Di seguito, tre delle sue liriche più sublimi, scelte come
si sceglierebbe un fiore nel giardino dell’eternità.
1. Ho bisogno di sentimenti
Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti, di parole,
di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all’orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni
e dà colori nuovi.
Questa poesia è un manifesto dell’essere umano che rifiuta
la materia e abbraccia lo spirito. È la voce di chi vive per l’incanto, non per
il possesso.
2. Sono nata il ventuno a primavera
Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.
Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.
3. I poeti lavorano di notte
I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni
od usignoli dal dolcissimo canto
e temono di offendere Iddio.
Ma i poeti, nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.
Biografia di Alda Merini
Alda Giuseppina Angela Merini nacque a Milano il 21 marzo
1931, primo giorno di primavera, e morì nella stessa città il 1° novembre 2009.
La sua vita fu segnata da una profonda sensibilità, da una mente inquieta e da
una serie di ricoveri in ospedali psichiatrici che influenzarono profondamente
la sua opera.
Esordì giovanissima, a soli quindici anni, grazie
all’interesse di Giacinto Spagnoletti, che la introdusse nel mondo letterario.
Fu pubblicata per la prima volta nel 1950. La sua poesia, intensa e viscerale,
esplora temi come l’amore, la follia, la morte, la fede e la scrittura. Tra le
sue opere più celebri si ricordano La presenza di Orfeo, La Terra
Santa, Vuoto d’amore, L’altra verità. Diario di una diversa.
Merini visse tra momenti di grande creatività e lunghi
periodi di isolamento. Fu internata più volte, ma non smise mai di scrivere. La
sua voce poetica divenne sempre più potente, fino a essere riconosciuta come
una delle più grandi poetesse italiane del Novecento. Ricevette numerosi premi,
tra cui il Premio Viareggio e il Premio Librex-Guggenheim “Eugenio Montale”.
La sua casa sui Navigli divenne un luogo mitico, dove la
poesia si mescolava alla vita quotidiana, dove il sacro e il profano
convivevano in ogni parola pronunciata. Alda Merini non fu solo una poetessa:
fu un miracolo, una rivelazione, una luce che continua a brillare nel cuore di
chi legge i suoi versi.
Le sue poesie potete trovarle su questo meraviglioso volume
Un saluto alla prossima
DC


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