Una volta era il focolare moderno: la televisione. Oggi, quel grande schermo che troneggia ancora nei nostri salotti è spesso spento, superato da dispositivi più piccoli ma infinitamente più potenti: smartphone, tablet, laptop. La TV generalista, con i suoi palinsesti rigidi e la sua programmazione “per tutti”, è diventata un oggetto d’arredo nostalgico.
Il declino silenzioso
Non è stata una rivoluzione, ma una lenta erosione. I giovani hanno abbandonato la TV per TikTok, YouTube e Netflix. Le famiglie non si riuniscono più per guardare un programma insieme: ognuno ha il proprio schermo, il proprio algoritmo, il proprio tempo.
Cultura dell’immediato
Viviamo in un’epoca in cui tutto è “on demand”. L’idea di aspettare l’inizio di un programma appare quasi assurda. La TV, con la sua struttura lineare, non riesce a competere con la libertà e la personalizzazione offerte dai nuovi media.
Cosa abbiamo perso
Abbiamo guadagnato autonomia, ma perso ritualità. L’attesa del finale, il commento collettivo, il “non si cambia canale” erano momenti di connessione. Oggi, ognuno è il proprio regista, ma forse anche un po’ più solo.
Specchio della società Il declino della TV riflette una società che rifiuta la passività. Vogliamo scegliere sempre, in ogni momento. Non è la fine di un mezzo, ma la trasformazione di un’epoca.
La televisione non è morta, ma ha perso il suo trono. Resta accesa in alcune case, durante eventi sportivi o serate nostalgiche. Ma il suo tempo come regina del salotto è finito. Oggi, lo spettacolo siamo noi e lo guardiamo attraverso uno schermo che ci segue ovunque.
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