Ricostruzione del cratere sismico nelle Marche: tra norme, ostacoli e nuove prospettive
La ricostruzione post-sisma nelle
Marche, a seguito degli eventi tellurici del 2016, rappresenta una delle sfide
più complesse e articolate che il Paese abbia affrontato negli ultimi decenni.
Il cosiddetto “cratere sismico” comprende oltre 130 comuni distribuiti tra
Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, con una concentrazione significativa proprio
nel territorio marchigiano, in particolare nelle province di Macerata, Ascoli
Piceno, Fermo e Ancona.
Un quadro normativo in continua
evoluzione
La gestione della ricostruzione è
stata affidata a un impianto normativo stratificato, che ha cercato di
rispondere alle esigenze emergenti con strumenti sempre più mirati. Il primo
riferimento fondamentale è il Decreto Legge n. 189 del 17 ottobre 2016, convertito
con modificazioni dalla Legge n. 229 del 15 dicembre 2016. Questo provvedimento
ha istituito la figura del Commissario Straordinario per la Ricostruzione e ha
definito le prime misure emergenziali per affrontare l’emergenza abitativa e
infrastrutturale.
Negli anni successivi, il quadro
normativo si è arricchito di ordinanze commissariali e leggi regionali che
hanno cercato di semplificare le procedure e accelerare gli interventi. Tra
queste, l’Ordinanza n. 130 del 15 dicembre 2022 ha introdotto il Testo Unico
della Ricostruzione Privata (TURP), un documento che raccoglie e coordina le
disposizioni relative agli interventi su immobili privati danneggiati dal
sisma.
Nel 2025, ulteriori modifiche
hanno inciso profondamente sul processo. L’Ordinanza n. 247 del 13 agosto ha
semplificato l’articolo 30 del TURP, riducendo la documentazione necessaria per
accedere ai contributi. La Legge Regionale Marche n. 4/2025 ha aggiornato le
norme sulle costruzioni in zona sismica, introducendo la digitalizzazione delle
pratiche e nuove regole per le sanatorie edilizie. Infine, l’Ordinanza n. 234
del 2 luglio ha previsto l’adozione del Building Information Modeling (BIM) per
la ricostruzione pubblica e ha definito criteri più stringenti per la
qualificazione delle stazioni appaltanti.
Stato dell’arte e criticità
persistenti
Secondo i dati dell’Ufficio
Speciale per la Ricostruzione delle Marche, negli ultimi anni si è registrata
un’accelerazione significativa nella ricostruzione privata, grazie
all’introduzione del TURP e alla digitalizzazione delle pratiche. Tuttavia,
permangono criticità strutturali: la carenza di personale tecnico nei comuni,
la complessità delle pratiche urbanistiche e la frammentazione delle competenze
tra enti rallentano ancora molti interventi.
Un altro nodo riguarda la
ricostruzione pubblica, dove la progettazione e l’affidamento dei lavori
risultano spesso ostacolati da procedure complesse e da una scarsa capacità
amministrativa locale.
Le novità del 2025: verso una
ricostruzione più efficiente
Dal 1° luglio 2025, le domande di
sanatoria edilizia possono essere presentate esclusivamente in via telematica,
con l’obiettivo di ridurre i tempi di istruttoria e alleggerire il carico
burocratico. Le nuove ordinanze prevedono controlli a campione, anziché
verifiche su tutte le pratiche, per velocizzare l’erogazione dei contributi.
L’introduzione del BIM e la
qualificazione delle stazioni appaltanti mirano a migliorare la qualità
progettuale e la trasparenza degli interventi pubblici, favorendo una maggiore
efficienza nella gestione delle risorse.
La ricostruzione del cratere
marchigiano è un processo lungo, complesso e ancora in evoluzione. Le recenti
innovazioni normative e procedurali rappresentano un passo importante verso una
gestione più efficace e trasparente. Tuttavia, il successo della ricostruzione
dipenderà dalla capacità delle istituzioni di collaborare, semplificare e
sostenere concretamente i territori colpiti. Solo così sarà possibile
restituire alle comunità una prospettiva di rinascita duratura e sostenibile.
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