Inferno a Punta Molentis: il paradiso sardo in cenere
Punta Molentis, angolo incantato
della costa sud-orientale della Sardegna, oggi racconta una storia diversa:
quella di un incendio devastante che il 27 luglio 2025 ha trasformato un
paesaggio da cartolina in uno scenario di desolazione. Oltre 100 ettari di
macchia mediterranea sono andati in fumo, decine di auto distrutte, circa 200
bagnanti evacuati via mare. Le immagini diffuse parlano da sole: fiamme che
avanzano a passo veloce, colonne di fumo e persone in cerca disperata di
salvezza.
Le cause: l’ombra del dolo e
la furia del maestrale
Il sindaco di Villasimius, Luca
Dessì, non usa mezzi termini: "C’è la mano di un delinquente, poteva
essere una strage." Gli inquirenti del Corpo Forestale stanno indagando,
ma i primi indizi parlano di dolo, alimentato da un maestrale impetuoso che
soffiava a oltre 40 km/h.
Le ipotesi in campo sono diverse:
un gesto volontario, dettato da vendetta o vandalismo, una leggerezza: un
barbecue lasciato acceso, una sigaretta gettata con superficialità, interessi
economici legati alla speculazione edilizia o alla gestione turistica, le
conseguenze del cambiamento climatico: caldo intenso, vegetazione arida e
quindi facilmente infiammabile.
Un patrimonio naturalistico
ferito
Quello che è bruciato non è solo
un paesaggio: Punta Molentis è parte dell’Area Marina Protetta di Capo
Carbonara, un ecosistema raro e delicato. Il fuoco ha cancellato secoli di
biodiversità: ginepri antichi, habitat di specie protette e un patrimonio naturalistico
che non si ricostruisce in pochi anni.
Il presidente del Gruppo
d’Intervento Giuridico ha chiesto pene durissime, incluso il Daspo ambientale e
condanne fino a vent’anni per i responsabili. Nel frattempo, Adiconsum Cagliari
propone la creazione di un fondo per le emergenze ambientali, utile a sostenere
cittadini e imprese colpite.
Una ferita che si riapre
Questo incendio riporta alla luce
un problema antico: la prevenzione. Negli anni scorsi, la Regione aveva
investito in un sistema di telerilevamento antincendio poi abbandonato per
problemi tecnici. Resta il dubbio: se fosse stato attivo, avrebbe potuto evitare
questo disastro?
Tra rabbia e ricostruzione
La spiaggia è ora chiusa con
ordinanza comunale. Le operazioni di bonifica sono in corso, ma il danno
d’immagine per la Sardegna è già immenso. Punta Molentis, simbolo di bellezza e
armonia tra uomo e natura, è oggi il volto della sua fragilità.
Forse da questa tragedia potrà
nascere un cambiamento. La consapevolezza che la natura non è eterna e va
protetta giorno per giorno. E la speranza che la giustizia sia capace di
restituire dignità a un territorio ferito, prima che sia troppo tardi.
Nessun commento:
Posta un commento
se hai ritenuto utile questo articolo commenta a sentimento, ciao